Alla scoperta della storia dei Ricciarelli

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Perché il Ricciarello si chiama così?
La sua storia inizia a Palermo con il Panis Martis, il marzapane che giunge fino in Toscana.
Da sempre legato alla nobiltà questo dolce si diffonde nella sua variante senese intorno al XV secolo e la ricetta è rimasta quasi invariata rispetto a quella che possiamo assaggiare oggi: miele o zucchero, mandorle e canditi d’arancio.
Inizialmente utilizzata nella preparazione di torte, il suo utilizzo evolve e si cominciano preparare anche piccoli dolcetti con questo impasto: i marzapanetti.
Questi pasticcini d’ispirazione araba con cuore morbido e superficie rugosa potrebbero essere gli antenati dei ricciarelli.
Secondo un altro racconto, i ricciarelli deriverebbero dai morselletti, venduti per il Palio dell’Assunta a Siena dalla metà del 1400. Il “morsello” era un “bocconcello di cosa buona”, riferito ad un dolcetto simile al ricciarello ma che prevedeva nella sua ricetta l’aggiunta di torli d’uovo.
Il nome “Ricciarello” si diffonderà solo a partire dal XIX secolo e una delle leggende, che si tramandano ormai da molto tempo, narra che sia stato Ricciardetto della Gherardesca a notare la somiglianza tra questi dolcetti arricciati e le babbucce dei sultani che aveva visto durante le crociate.